a

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer. Proin gravida nibh vel velit auctor aliquet. Aenean sollicitudin, lorem quis.

Latest News

    No posts were found.

Riflessologia

Materia: Riflessologia
Docente: Mario Zanoletti
Percorso didattico: classe prima

 

“Assimila sempre più natura, rilassati sempre di più con la natura.

Allora non sarà necessario trovare alcun altro tempio: la natura è il tempio di Dio.”

 

Il terapeuta (dall’etimologia “therapeùo” = avere cura, servire) mette in condizione gli individui di progredire verso il miglioramento della salute e del benessere attraverso l’applicazione degli insegnamenti e le pratiche affini al pensiero naturopatico o naturologico in una visione olistica che considera il divenire dell’individuo; ma ancor meglio nella visione “spiraliforme”, cioè vedere l’uomo per ciò che diventerà.
Avere “cura” non è inteso solo come “curare” (Curare (curing) ha a che fare con il ripristino della salute, con l’assenza di sintomi, è il rimedio alla malattia) un sintomo, ma significa anche avere una piena comprensione di chi è malato e di riportarlo allo stato naturale dell’essere, al “suo” stato naturale.
Secondo questo intendimento, il terapeuta non cura la malattia ma si prende cura di qualcuno che soffre. Così per il naturopata “Guarire” non è l’eliminazione dei sintomi ma piuttosto un percorso di integrazione che trascende l’aspetto fisico includendo quello mentale, emotivo e spirituale.

Sono d’accordo nel sostenere che l’approccio deve fondersi sull’abbraccio tra terapeuta e paziente. Entrambi aperti alla scoperta del  senza timore in un passaggio dalla logica del potere – Io sono colui che ha il potere di “guarirti”, che può “guarirti” – secondo la visione del terapeuta narcisista, mentre il paziente, inconsapevole, sostiene che – io sono quello che ha bisogno di te e non posso darti niente – alla logica dell’amore dell’Uno: entrambi guariscono.

Cosa significa “vivere secondo natura? Oppure “vivere secondo la propria natura”?

Il termine deriva dal latino natura, participio futuro del verbo nasci (nascere) e letteralmente significa “ciò che sta per nascere“. In accordo con il significato etimologico in filosofia si è intesa finalisticamente la natura come il principio operante come forza vitale, superiore alla realtà della materia inanimata, che spinge tutti gli esseri viventi verso il mantenimento della specie attraverso la riproduzione. Natura a sua volta deriva dalla traduzione latina della parola greca physis (φύσις) che proviene dal verbo phjò il cui primo significato è “generare”. La natura è madre, ma è anche figlia.


Quando il naturopata desidera occuparsi del paziente, deve ammettere che ha a che fare con l’istinto di sopravvivenza che la natura gli ha dotato.
Curare l’istinto di sopravvivenza significa curare il desiderio di esprimere il Sé e dire di sì alla logica naturale, a ciò che normalmente chiamiamo natura, processo, universo, forza vitale, e che le religioni monoteiste definiscono Creazione.

Se invece reprimiamo questo “istinto” si deve considerare che si reprime il desiderio, dire di no alla logica naturale è “decreazione”. Ecco che si può comprendere l’importanza dell’ascolto della spinta vitale che ogni individuo ha ricevuto al momento del concepimento.
L’arte di ascoltare, per il terapeuta della ConSé, consiste proprio nell’ascoltare da una profondità tale che non esiste la possibilità di opporre alcuna resistenza. Ascoltare in questo modo richiede grande attenzione e dissolve completamente la struttura dei condizionamenti che hanno imprigionato il cervello portando così l’attenzione all’esterno distogliendo l’individuo verso la credenza di non essere in grado di estendere l’autoguarigione per poter vivere secondo la propria natura

Vivere attestando, testimoniando, asserendo la vita, dichiarando di sì allo svolgimento naturale, significa inevitabilmente aspirare l’affermazione del “, riconoscendo la caducità del “sé” (con la “s” minuscola) imbibito di false credenze e incapace di valutare le reali potenzialità che l’individuo naturalmente possiede.

Il naturopata dovrebbe aiutare all’orientamento del desiderio del vivere del paziente escludendo, nel percorso, ogni sorta di illusioni che distolgono dalla realtà, dalle Leggi Universali. Infatti, sostengo che ogni terapeuta debba necessariamente conoscere, comprendere, possedere tali Leggi. Apprendere quale “Vera” natura ha creato il vivente.

Già nell’antichità si sosteneva che, secondo lo stoicismo, vivere secondo natura equivale a vivere secondo ragione, intelligenza, una intelligenza propria dell’Uomo (che a me piace definire Uomo con la tunica di pelle), questa modalità di vivere è un’arte che esprime la bellezza dell’armonia e della gioia.

La parola ‘arte’ indica il processo di creazione di un ordine che può essere fisico, ma anche interiore: “C’è ordine, quando ogni cosa è al suo posto, non solo nell’ambiente in cui viviamo, ma anche dentro di noi. Anche nell’ascoltare se stessi e tutto quanto ci circonda presuppone ordine che esprime bellezza, grazia letizia e armonia universale.

La mancanza di grazia è causata da conflitti emotivi repressi, la presenza di grazia è segno di salute emotiva. L’obiettivo della grazia non può essere conseguito con il solo lavoro della mente egoica. È un errore ritenere che i profondi conflitti emotivi possano essere risolti unicamente con il ragionamento cosciente. La parte di gran lunga maggiore delle nostre azioni e del nostro comportamento è governata da sentimenti e impulsi di cui possiamo avere o non avere la consapevolezza. La consapevolezza può arrivare solo con la vera guarigione. Guarigione olistica che, per il terapeuta della ConSé, si avvale del sapere, saper fare e saper essere.

Per il terapeuta il corpo, come schermo, diventa colui che svela ogni più piccola parte della mente/intelletto, lingua, comportamento, cognizione.

Si potrebbe aggiungere che il corpo è la cartina tornasole rappresentata dagli atteggiamenti del corpo, dalle sue rigidità, i suoi blocchi, malattie, ecc.

Anche C.G.Jung sosteneva che nell’uomo esiste un “istinto di guarigione” attivo nel corpo-psiche umano attaccato dalle nevrosi (un conflitto interno). Jung indicava quell’istinto di guarigione come un’efficace “arma” terapeutica per il terapeuta. Comunque, a mio parere, è pur sempre un’“arma” (etimologicamente, arma, respingimento del nemico, ferro, esercito che respinge) che come simbolo-pensiero è mezzo per il conflitto.